Andrea Testoni
Una vita dedicata alla danza
La mia storia con la danza inizia nel 1977, in un piccolo circolo del mio paese. Non avrei mai immaginato che i passi di liscio emiliano mossi quasi per gioco si sarebbero trasformati nell’inizio di un percorso straordinario. Quel seme, piantato tra le mura semplici di una sala di provincia, sarebbe diventato una passione capace di guidare la mia vita e di trasformarla in una missione.
Negli anni successivi, la voglia di crescere mi portò a iscrivermi alla scuola di ballo Bevini di Modena, dove i maestri Viviana Bevini e Mauro Vispi seppero accendere in me una dedizione nuova, fatta di disciplina e costanza. Grazie al loro insegnamento affinai la tecnica e iniziai a collezionare risultati importanti nelle competizioni regionali e nazionali. Ma dentro di me sapevo che quella era solo la prima tappa.
Dal liscio alle danze internazionali
La curiosità mi spinse a chiedere di più, ad aprire nuovi orizzonti. Scoprii così le danze internazionali e, in particolare, le danze latino-americane. Fu un colpo di fulmine: energia, ritmo, complessità tecnica… tutto mi travolse e mi conquistò. Nel 1986 arrivai primo al campionato regionale nella categoria Youth e terzo ai campionati italiani di classe B. L’anno dopo conquistai la finale del campionato italiano in classe A: un risultato che mi riempì d’orgoglio e mi spinse ad alzare ancora l’asticella.
La strada però non è mai priva di ostacoli. Una pausa forzata, dovuta alla mancanza di una ballerina, rischiò di interrompere il mio cammino. Ma nel 1992 tornai in pista e nel 1993 raggiunsi il secondo posto negli amatori classe B (FDSI), nonostante la retrocessione subita per regolamento. Quella esperienza mi insegnò che la vera forza non sta nell’assenza di cadute, ma nella capacità di rialzarsi.
Crescita e successi internazionali
In quegli anni iniziai a studiare con Peter Maxwell, un maestro che seppe affinare ancora di più la mia visione della danza. Nel 1994 conquistai il quarto posto al campionato italiano di classe A, e nel 1995 il settimo posto nella classe internazionale. Risultati che consolidarono la mia convinzione di essere sulla strada giusta e mi diedero l’energia per continuare a inseguire l’eccellenza.
Nel 1999 decisi di passare al livello professionale, entrando nell’ANMB e iniziando a insegnare: danze standard, latino-americane, caraibiche e ballo liscio. Non era più solo una carriera, ma un vero e proprio modo di restituire quello che avevo ricevuto.
L’insegnamento come missione
L’insegnamento è sempre stato, per me, più di un lavoro: è stata la possibilità di formare ballerini, coppie, atleti. Ho visto i miei allievi vincere campionati regionali e la Coppa Italia nella FIDS, e ogni loro vittoria è stata anche la mia. La gioia più grande non è stata il trofeo, ma il vedere nei loro occhi la stessa passione che mi accompagna da sempre.
La nascita di Vividanza
Nel 2004, insieme a Rosanna Rebecchi, maestra federale e mia compagna di vita, abbiamo fondato Vividanza ASD. Un sogno comune che è diventato realtà: non una semplice scuola, ma una casa della danza, un luogo dove coltivare tecnica, passione e valori. In quegli anni continuammo a studiare e aggiornarci, partecipando a training camp con figure di riferimento come Barbara Nagode Ambroz, Peter Maxwell e Ruud Wermey.
Grazie a quell’impegno, abbiamo formato coppie capaci di imporsi a livello regionale e nazionale, diventando finalisti ai campionati italiani e vincendo la Coppa Italia.
Riconoscimenti e ruoli federali
Dal 2007 rappresento MIDAS come delegato provinciale di Modena e formatore. Nel corso della mia carriera sono diventato maestro federale, giudice di classe A nelle danze standard e latino-americane, e ho avuto l’onore di giudicare numerosi campionati italiani e internazionali.
Dal 2012 ho iniziato a operare anche come giudice internazionale WDSF, portando la mia esperienza in contesti prestigiosi come l’European Union Championships Standard Adult e vari eventi del circuito Dance Heritage, fino al World Syllabus Championships del 2024.
Marito, papà e maestro
Al di là dei titoli e dei riconoscimenti, c’è una parte di me che considero essenziale: sono marito e papà. La danza ha sempre occupato gran parte della mia vita, ma la mia famiglia è il cuore che mi dà forza ogni giorno. Essere padre mi ha insegnato a guardare i ragazzi che entrano in sala con occhi diversi, più comprensivi e attenti. Essere marito, accanto a Rosanna, significa condividere non solo la vita privata, ma anche un sogno professionale che ci lega e ci arricchisce.
Una missione senza fine
La mia vita nella danza è un viaggio che non si è mai fermato. Continuo a insegnare, a formare, a studiare, con lo stesso entusiasmo di quel ragazzo che nel 1977 muoveva i primi passi in un piccolo circolo di paese. Oggi, con Vividanza, so di avere uno strumento in più: un luogo dove le generazioni possono incontrarsi, crescere e scoprire quanto la danza possa cambiare la vita.
Perché la danza, per me, non è solo una professione. È una missione.


